Forum FISCALE - AREA FISCALE E TRIBUTARIA

Fatture Elettroniche "Pazze"

  • Marco Del Bianco

    MILANO
    07/02/2019 17:35

    Fatture Elettroniche "Pazze"

    Con la fatturazione elettronica, il problema delle fatture "pazze" sta diventando stringente.
    Arrivano fatture non dovute. Vuoi per errore, vuoi perchè contestate, vuoi (ma tralascerei per ora questo caso) perchè il creditore emette senza averne diritto nota di credito per il recupero dell'iva.

    Se il soggetto che ha emesso questa fattura non vuole sentire ragioni e non vuole emettere nota di credito, come vi comportante?
    • Stefano Andreani - Firenze
      Luca Corvi - Como

      11/02/2019 19:17

      RE: Fatture Elettroniche "Pazze"

      La domanda ci lascia sinceramente perplessi: si parla di soggetti che emettono fatture (e quindi verseranno l'IVA) non dovute ovvero contestate, che quindi con ogni probabilità non verranno mai riscosse; per contro, chi le riceve avrà IVA a credito per fatture che non pagherà.

      Anche se il fallimento fosse recentissimo, e quindi si tratti di fatture relative all'attività dell'impresa ancora in bonis, la conclusione è la medesima: se sono fatture errate o ingiustificate, mai verranno ammessa al passivo.

      Onestamente, non riusciamo a comprendere il comportamento degli emittenti: cosa ci sfugge?
      • Marco Del Bianco

        MILANO
        12/02/2019 09:51

        RE: RE: Fatture Elettroniche "Pazze"

        Perdonatemi la battuta: forse vi sfugge che non avete a che fare quotidianamente con le fatture elettroniche! :-) Gli errori di battitura nei codici fiscali sono all'ordine del giorno o quasi. Nei fallimenti poi ci sono anche altre situazioni.

        Le casistiche sono molteplici:
        - ci è capitata amazon che ha emesso nei confronti del fallimento, probabilmente perchè qualcuno ha sbagliato inserendo la propria partita iva per un errore di battitura
        - ci sono soggetti che cercano indebitamente di recuperare l'iva con note di credito
        - ci sono grandi società (enel, fastweb, tim) che non hanno aggiornato la propria fatturazione e ancora fanno uscire documenti.

        Detto questo il dubbio è sul comportamento da tenere: vi è obbligo di registrazione? A rigor di norma, sì. Salvo non recuperarsi l'iva.
        Non credo si possa "lasciare lì" le fatture senza acquisirle all'iva della procedura.
        • Stefano Andreani - Firenze
          Luca Corvi - Como

          16/02/2019 16:26

          RE: RE: RE: Fatture Elettroniche "Pazze"

          Pregiatissimo Collega: magari non avessimo a che fare quotidianamente con le fatture elettroniche! Ma sinceramente abbiamo continui problemi di disposizioni non chiare, software che non funzionano, clienti che non sanno come comportarsi, e non ci è capitato lo scenario allucinante che ci descrive: le siamo sinceramente vicini col cuore.

          Ciò premesso, adesso che ci è più chiaro l'accaduto, la risposta è che non crediamo che il semplice fatto che non girino più copie cartacee ma files inquietanti, memorizzati per l'eternità nei server dell'Agenzia, modifichi le regole tributarie e civilistiche.

          Se Amazon, ENEL o altri ci avessero spedito fatture cartacee ingiustificate, perché relative a forniture non fatte a noi, o frutto di loro errori amministrativi, e non ci avessero fatto una nota di credito, riteniamo che non le avremmo registrate e semplicemente le avremmo respinte, possibilmente per raccomandata

          Se un soggetto ci avesse trasmesso una nota di credito cartacea inesistente soggettivamente od oggettivamente, riteniamo che non l'avremmo registrata ma l'avremmo respinta magari, se lo ritenevamo dovuto in quanto pubblici ufficiali, dandone comunicazione all'Agenzia delle Entrate o meglio alla Guardia di Finanza e/o alla Procura della Repubblica, trattandosi di un reato.

          Riteniamo che il comportamento possa e debba essere identico: PEC al fornitore (o sedicente tale) con il quale si respinge, motivatamente, la fattura e, se si ritiene si configuri l'ipotesi di fatture o nota di credito "truffaldine", segnalazione all'autorità giudiziaria competente.

          Ciò perché, e lo scriviamo a beneficio non di Lei che è evidentemente esperto quanto e più di noi, ma di colleghi meno esperti nonché di tutti i Curatore non commercialisti, se ci è sufficientemente chiara questa rilevante innovazione, l'insieme delle fatture elettroniche trasmesse all'Agenzia delle Entrate non costruisce un mega elenco clienti e fornitori in tempo reale, con una automatica segnalazione di irregolarità se ciò che risulta fattura di vendita da X a Y non risulta parallelamente e immediatamente fattura di acquisto di Y da X, ma solo un archivio dal quale i verificatori potranno attingere in sede di controllo.
          • Gianpiero Nebiolo

            Torino
            30/04/2019 10:21

            Fatture Elettroniche "Pazze" e NC Pazze

            Il problema che sta sorgendo con l'avvento della fatturazione elettronica è costituito dal fatto che pervengono alla procedura Note Credito non tanto ex art 26 a seguito della chiusura della procedura ma bensì (es da ENEL, TIM, Fastweb, e fornitori vari di servizi) a seguito della risoluzione contrattuale. La nota credito elettronica il più delle volte è veramente scarna e non indica neppure il codice/art IVA al quale fa riferimento nè la fattura alla quale si riferisce la NC, ma una generica dicitura di nota credito (per la sola IVA) per risoluzione contrattuale. Nel caso in cui la risoluzione contrattuale sia avvenuta da parte del fornitore dopo la dichiarazione di fallimento mi parrebbe che la NC sia (purtroppo) corretta e non vedo come si potrebbe respingere; tuttavia la NC genera in capo al fallimento un debito di imposta qualora sia debitamente registrata. In questo caso quale potrebbe essere il motivo per respingere la NC ?
            Il problema sta diventando quotidiano in quanto i fornitori di servizi telefonici/energia etc stanno inviando tali NC a raffica.
            • Luca Capozucca

              Civitanova Marche (MC)
              05/05/2019 16:28

              RE: Fatture Elettroniche "Pazze" e NC Pazze

              Buongiorno, anche io ho ricevuto da un fornitore (società noleggio auto) delle note di credito elettroniche trasmesse successivamente all'apertura del fallimento in relazione a fatture emesse per noleggio di autovetture con riferimento dei mesi precedenti all'apertura della procedura fallimentare.

              Considerando, come affermava il collega, che questi documenti creano un debito d'imposta in capo alla procedura, come occorre operativamente comportarsi?

              Grazie a chi vorrà rispondere.

              Saluti
              • Stefano Andreani - Firenze
                Luca Corvi - Como

                08/05/2019 00:39

                RE: RE: Fatture Elettroniche "Pazze" e NC Pazze

                Come già scritto, se le note di credito sono relative a fatture emesse ben prima del fallimento, l'IVA che esse portano è sì un debito per la procedura, ma si tratta di un debito concorsuale, da pagare solo a seguito di istanza di ammissione al passivo da parte dell'Erario.
                • Luca Capozucca

                  Civitanova Marche (MC)
                  08/05/2019 07:26

                  RE: RE: RE: Fatture Elettroniche "Pazze" e NC Pazze

                  Buongiorno e ringrazio per la risposta.

                  In questo caso trattandosi di note di credito relative a canoni di noleggio auto ante procedura fanno sorgere sicuramente un IVA ante procedura che quindi va considerata come debito concorsuale.

                  Volevo però sapere come debbo comportarmi in sede di liquidazione IVA mensile (post fallimento) considerando che ho anche degli importi a debito e credito successivi all'apertura del fallimento che invece vanno liquidati? Come faccio a non considerare tali note di credito e a rendere la relativa IVA come debito concorsuale?

                  Grazie mille e buona giornata.
                • Stefano Andreani - Firenze
                  Luca Corvi - Como

                  08/05/2019 09:03

                  RE: RE: RE: RE: Fatture Elettroniche "Pazze" e NC Pazze

                  Purtroppo è proprio quello il problema, ed è un problema attualmente insoluto, perché se la distinzione fra "IVA ante" e "IVA post" è ben chiara agli uffici dell'Agenzia, la modulistica non consente di evidenziare la suddivisione.

                  Non possiamo quindi che continuare a registrare i documenti emessi e ricevuti secondo i principi generali dell'IVA, e compilare la modulistica dichiarativa (sia dichiarazioni periodiche sia dichiarazione annuale) sulla base dei documenti registrati e delle dichiarazioni presentate (compreso, p.es. il riporto dell'IVA a credito ante procedura, anche se magari di fatto inesistente perché compensata con maggiori debiti verso l'Erario).

                  Per individuare i versamenti da effettuare e gli importi a credito da chiedere a rimborso o utilizzare in compensazione, non si potrà che tenere un prospetto a parte con la corretta suddivisione; prospetto da aggiornare via via in corso di procedura.

                  Sul come far conoscere all'Agenzia che si è formato in corso di procedura un suo credito, per il quale deve presentare istanza di ammissione, sinceramente, non sappiamo come fare, né ci pare che ci sia un dovere di comunicazione a parte del Curatore.
                • Luca Capozucca

                  Civitanova Marche (MC)
                  08/05/2019 09:54

                  RE: RE: RE: RE: RE: Fatture Elettroniche "Pazze" e NC Pazze

                  Grazie mille collega, quindi, sempre da un punto di vista operativo, la soluzione corretta sarebbe di imputare nelle liquidazioni IVA tutti i documenti che ricevo elettronicamente dopo l'apertura della procedura fallimentare (fatture di acquisto e note di credito relative ad operazioni precedenti al fallimento) e quelli invece relativi alla procedura fallimentare e, in aggiunta, tenere una sorta di registro IVA parallelo dove invece vado a calcolare l'IVA effettiva da versare calcolata esclusivamente sulle operazioni attive e passive che per competenza di operazioni riguardano la procedura fallimentare?

                  Ma così facendo non si crea una distorsione tra i dati contenuti nelle liquidazioni periodiche e nella dichiarazione IVA annuale e gli importi versati durante la procedura fallimentare?

                  Nel mio caso purtroppo la società è fallita mentre era ancora in attività e quindi elettronicamente ho ricevuto diversi documenti (fatture di acquisto e note di credito) dopo la data di apertura della procedura per operazioni con competenza precedente alla procedura fallimentare...

                  E' davvero molto complicata la questione....

                  Grazie ancora per le pronte risposte.
                • Stefano Andreani - Firenze
                  Luca Corvi - Como

                  08/05/2019 12:03

                  RE: RE: RE: RE: RE: RE: Fatture Elettroniche "Pazze" e NC Pazze

                  Esattamente.

                  Si crea una distorsione esattamente come si crea quando si paga in sede di riparto un importo a titolo di solo onorario e si riceve una fattura per tale importo IVA compresa ....

                  Quindi l'unica soluzione è l'annotazione "parallela" con distinzione fra IVA ante e post, da produrre all'Agenzia delle Entrate per giustificare il proprio comportamento nel caso (assai probabile) in cui, non corrispondendo l'IVA versata con quella risultante a debito dalle liquidazioni periodiche, verrà notificata una comunicazione di irregolarità.
            • Stefano Andreani - Firenze
              Luca Corvi - Como

              08/05/2019 00:37

              RE: Fatture Elettroniche "Pazze" e NC Pazze

              Ribadiamo quanto già scritto nell'intervento precedente.

              Il fatto che le note di credito in questione siano elettroniche non ha alcuna rilevanza: la questione è se esse siano legittime o no.

              Se, come si scrive nel quesito, esse sono legittime, non vediamo non tanto come, ma perché debbano essere respinte!

              Per quanto riguarda la relativa IVA, come abbiamo già scritto in svariati interventi il punto è individuare se l'IVA esposta in tali note di credito sia ante o post fallimento:
              - nel primo caso si tratterà di un debito concorsuale, da pagare solo a seguito di rituale istanza di ammissione al passivo
              - nel secondo caso, si tratterà di IVA a debito che andrà a compensare una IVA a credito parimenti post fallimento; e se la nota di credito è corretta, tale IVA a credito effettivamente non spettava.

              Ricordiamo che, come già scritto in svariati interventi su questo Forum, ciò che rileva ai fini della collocazione ante o post non è quando la fattura viene emessa o ricevuta o registrata, bensì quando se ne è verificata la causa genetica, ovvero la cessione o prestazione alla quale la fattura si riferisce.
    • Mariano Allegro

      LODI
      19/02/2021 19:03

      RE: Fatture Elettroniche "Pazze"

      Ho letto con interesse questo forum poiché, con l'avvento della FE, anche il sottoscritto ha dovuto registrare una più intensa attività di fatturazione o emissione di note di credito da parte dei gestori di telefonia/luce/gas/noleggio (etc.) per i motivi già ampiamente spiegati dai colleghi nel forum.

      Dunque, se è pur vero che in sede di ricezione di un documento errato si possono ipotizzare tre situazioni:

      1) quando la fattura si riferisce ad operazioni inesistenti, o non corrisponde a un rapporto contrattuale sottostante, il cessionario/committente non deve registrare la fattura ricevuta;
      2) nell'ipotesi in cui la fattura esponga l'addebito di un'imposta inferiore a quella dovuta, il cessionario /committente è tenuto a regolarizzare la fattura entro 30 giorni dalla sua registrazione versando la maggiore imposta eventualmente dovuta;
      3) laddove le irregolarità non determinano l'insufficiente determinazione dell'imposta, il cessionario /committente deve contabilizzare la fattura ed è legittimato alla detrazione dell'imposta, nei limiti dell'imposta effettivamente dovuta,

      come confermato dal documento AIDC n. 209, è altrettanto vero che - quantomeno - dal punto di vista delle scritturazioni "ante fallimento", una procedura concorsuale (specie quelle di poco conto o addirittura infruttuose), non versa in situazione di normalità normativa talché, a volte (per la verità, il più delle volte) è impossibile verificare la veridicità della fattura e/o della nota di credito ricevuta.

      A ciò si aggiunga che lo SDI ha comunque "registrato" la transazione documentale e poco mi conforta il fatto che "l'insieme delle fatture elettroniche trasmesse all'Agenzia delle Entrate non costruisce un mega elenco clienti e fornitori in tempo reale, con una automatica segnalazione di irregolarità" come ha precisato il Dott. Andreani (che seguo sempre con piacere e che, per me, è la "bibbia" del fisco fallimentare). Questo perché, c'è da giurarci, o primo o dopo l'A.d.E. questo "mega elenco" lo utilizzerà.

      In effetti, se di una procedura appena aperta non si riescono a recuperare le scritture contabili, è veramente difficile giudicare se il documento ricevuto è falso o, più esattamente, improprio. Ed anzi, parafrasando quanto già detto in questo forum, perché mai qualcuno dovrebbe prendersi la briga di emettere una fattura o una nota di credito falsa nei confronti di una procedura concorsuale.

      Dunque, in base al principio di buona fede, non avendo altri elementi di valutazione (fatture, contabilità, contratti, etc.), devo ritenere i suddetti documenti appropriati e li devo registrare e sulla base (anche) di questi, devo predisporre e presentare (quantomeno) la dichiarazione iva.

      Col tempo, poi, anche in base ai ricorsi ex art. 93 l.f. (ma non solo), talvolta si può rilevare che la fattura/nota di credito è inappropriata (ad es. in un caso che mi è capitato, già tutto segnalato alla Procura della Repubblica, l'amministratore ha costituito una nuova società parallela nello stesso luogo della fallita, utilizzando i servizi a suo tempo contrattualizzati dalla fallita).

      Per quanto detto, io mi regolo così:
      1) registro le fatture/note di credito in un sezionale distinto da quello utilizzato per registrare le operazioni della procedura;
      2) a fine anno, preparo un prospetto che distingua le risultanze iva delle due "gestioni";
      3) non appena verifico che le fatture/note di credito sono "inappropriate" (come detto, si esclude il caso della fraudolenza), invio una pec all'emittente chiedendogli di rettificare contabilmente i documenti "inappropriati" con altri rettificativi (nota di credito per le fatture e nota di variazione "negativa" per le note di credito).

      Ovviamente, gli emittenti non rispondono mai e ad allora, non rimane altro da fare che inviare una pec all'A.d.E. e:
      1) per le fatture "inappropriate", rinunciare espressamente al relativo credito iva ex art. 35 l.f.;
      2) per le note di credito "inappropriate", trincerarsi dietro al fatto che il debito non è stato ammesso al passivo (come già precisato dal Dott. Andreani).
      Spero che ciò basti !
      • Stefano Andreani - Firenze
        Luca Corvi - Como

        28/02/2021 13:22

        RE: RE: Fatture Elettroniche "Pazze"

        Intanto ringrazio per i complimenti, che fanno sempre un immenso piacere, e mi permetto di estenderli al collega Corvi, che collabora con me in queste risposte (i vantaggi dell'ordine alfabetico...)

        Passando al contenuto dell'intervento, personalmente ho sempre qualche piccola perplessità quando un Ente pubblico deve elaborare un database monumentale, con regole di inserimento che continuano a cambiare ogni giorno, e svariati milioni di soggetti diversi che, con qualche decina di software diversi lo alimentano. Ma questa è una perplessità assolutamente personale.

        A parte questa chiosa, mi pare che la procedura descritta, come si dice, "basti e avanzi": non tanto perché ritengo metta al sicuro da controlli e contestazioni, quanto perché mi pare che in caso di controlli e contestazioni vi siano svariati elementi per una solida difesa.

        E' però doverosa una precisazione: sia nel caso in cui la fattura esponga un'imposta inferiore a quella dovuta e il cessionario/committente la regolarizzi, sia nel caso in cui il cessionario/committente contabilizzi la fattura come è stata emessa, si tratta sempre di "IVA ante", quindi da registrare e considerare nelle liquidazioni periodiche e nella dichiarazione annuale, ma da non detrarre o versare unitamente all'IVA sorta in corso di procedura.

        Stefano Andreani (featuring Luca Corvi ...)