Giustizia di comunità - Presentazione -

I percorsi personali differenziati sono il fondamento del principio di rieducazione e l'esecuzione penale esterna al carcere, fondata sulla relazione tra reo, supervisore e comunità, è un'area della pena in molti casi senz'altro più appropriata. L'apporto dell'ambiente esterno al percorso di reinserimento nella vita sociale è previsto dall'ordinamento penitenziario (art. 1 comma 6) e sulla collaborazione della comunità sociale si fondano le norme del Regolamento n. 230/2000, in applicazione del principio di sussidiarietà sancito all'art. 18 della nostra Costituzione. In alcuni casi non vi è però ragione per riservare l'istanza rieducativa, con la sinergia tra le varie agenzie preposte al recupero e al reinserimento, ad una fase successiva all'esecuzione della sentenza, che può essere tardiva.
Mettere in campo strategie preventive di protezione sociale (negli ambiti dell'assistenza sociale, e della tutela della salute) é fondamentale per arginare la recidiva. La protezione sociale si fonda sul concetto che la libertà dal bisogno non costituisce solo un'esigenza meramente personale, ma è anche il presupposto necessario per un valido inserimento dell'individuo nella collettività. Mediante la tutela del singolo si tende a realizzare un obiettivo di carattere collettivo.
È con questi obiettivi che il Tribunale, fin dal 4 marzo 2020 con l'Accordo di collaborazione (cfr. Allegato) sottoscritto con la Regione Lazio, l'Avvocatura, l'Ufficio di Esecuzione Penale Esterna e l'Università La Sapienza di Roma ha concordato di realizzare interventi in favore delle vittime e percorsi di recupero e reinserimento per gli autori di reato e di valorizzare i percorsi di responsabilizzazione nell'ambito della comunità.

Il 4 maggio 2022 (cfr. video) è stato quindi sottoscritto l'Accordo di Rete (cfr. Allegato) con il quale Tribunale, Avvocatura, Regione Lazio, Comune di Roma, Esecuzione penale esterna, Garante regionale per i diritti dei detenuti e Università di Roma Sapienza si sono impegnati a costruire modelli organizzativi stabili di interazione tra gli uffici e la ASL Roma1 a dare avvio ad una sperimentazione.
È stata quindi avviata una collaborazione che ha consentito innanzitutto di aggiornare il testo del Protocollo operativo per la Messa alla Prova (cfr. Allegato) ), strumento principale per realizzare un intervento anticipato (168-bis c.p.). E' previsto che i programmi per la messa alla Prova siano integrati con una programma terapeutico rivolto a soggetti affetti da dipendenze ovvero da disturbi psichiatrici già in carico ai servizi territoriali o che intendano sottopor visi e che sia implementata la platea degli Enti convenzionati (cfr. Allegato)e conseguentemente dell'offerta di lavoro di pubblica utilita? così da poter differenziare la tipologia di lavoro e rendere il percorso il più corrispondente possibile alle caratteristiche delle persone che fruiscono della misura e quindi più idoneo alla loro risocializzazione.).
È stato concordato di incentivare istituti quali la sostituzione della pena detentiva con quella del lavoro di pubblica utilità per i reati commessi da tossicodipendenti (art. 73 comma 5-bis e 5-ter dpr 309/90), l'estinzione del reato per condotte riparatorie (art. 162-ter c.p.), la sospensione condizionale della pena subordinata a prestazioni di attività non retribuita o a specifici percorsi di recupero per i condannati per delitti di violenza domestica o di genere (art. 165 c.p.), la misura degli arresti domiciliari nei confronti dei tossicodipendenti che intendano sottoporsi ad un programma di recupero (art. 89 dpr 309/90).
Nell'Accordo di Rete sono previsti anche altri interventi.
È previsto in particolare che in occasione della presentazione per la convalida e il giudizio direttissimo siano raccolte informazioni per consentire al giudice di adottare le misure più adeguate anche mediante l'individuazione di soluzioni abitative e programmi di inclusione per i soggetti senza fissa dimora (housing sociale), evitando in tutti i casi in cui è possibile, l'ingresso in carcere.
Sono previsti inoltre interventi di sostegno rivolti agli autori di reato e in particolare di reati violenti nelle relazioni affettive, al fine di prevenire comportamenti futuri, e in favore delle vittime di reato.
Quanto alla Giustizia riparativa la Regione Lazio e in particolare dal Programma regionale di interventi, nel cui ambito è stata avviata la ricognizione e la mappatura dei progetti e dei servizi realizzati nell'ambito dell'assistenza generale alle vittime di reato, della mediazione penale e delle altre prassi riparative nel Lazio, con l'obiettivo di costruire una rete territoriale dedicata, valorizzare le buone prassi esistenti e avviare la costruzione partecipata di un modello operativo condiviso e omogeneo su tutto il territorio regionale

Per dare concretezza a tutto ciò è stato realizzato:

  • un Osservatorio permanente per la Giustizia di Comunità, tavolo di cui fanno parte Avvocatura, Procura, UIEPE e rappresentanti di tutte le istituzioni coinvolte dove si potrà monitorare e analizzare ogni questione e pianificare le iniziative necessarie
  • uno Sportello all'interno del Tribunale ove operano avvocati, funzionari EPE e tirocinanti dell'Università, aperto tutti i giorni, ove, oltre a ricevere informazioni dagli operatori addetti, è possibile effettuare il colloquio propedeutico alla redazione del programma per la Messa alla prova
  • questa Pagina web per rendere facile e accessibile l'accesso all'istituto della Messa alla prova (è possibile inoltrare le domande ricevendo contestualmente l'attestato di presentazione e prenotare il colloquio prodromico alla redazione del programma) e mettere a disposizione informazioni ulteriori.

Gli obiettivi sopra descritti, in parte già attuati, oltre che adesione ai principi sovranazionali affermati dal Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa (Raccomandazione n.16 del 1992), dal Parlamento Europeo (Risoluzione 15.12.2011) e dal Consiglio d'Europa (2008/947GAI del 7.11.2008), coincidono con il contenuto della cd. riforma Cartabia (decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150) che ha esteso le ipotesi applicative della Map a tutte le fattispecie previste del nuovo art. 550 comma 2 c.p.p. e quindi anche a reati con tetto di pena a sei anni, ha dato largo spazio ai programmi di giustizia riparativa, in ogni stato e grado del procedimento, anche d'ufficio, qualora sia "utile alla risoluzione delle questioni derivanti dal fatto per cui si procede e non comporti un pericolo concreto per gli interessati e per l'accertamento dei fatti", e ha introdotto le pene sostitutive che il giudice può applicare all'esito della udienza di comparizione predibattimentale e in tutti i casi in cui applica la pena detentiva non superiore a quattro anni a seguito di interlocuzioni con polizia giudiziaria, UIEPE e ASL e disponibilità di Ente per lavori di pubblica utilità.
In sostanza l'Accordo di Rete consentirà di rendere più fluide le interlocuzioni introdotte dal legislatore e gli strumenti già messi in campo tra cui questa pagina web consentiranno di operare per attuare i nuovi percorsi.

Roberta Palmisano
(Presidente IV sezione penale del Tribunale di Roma
delegata per i rapporti con gli enti territoriali
)

Informazioni e documenti utili

Maggiori informazioni potranno essere richieste presso
lo Sportello MAP e Servizi Territoriali Integrati situato all'interno del Tribunale penale
nella palazzina B, piano rialzato, stanza 28 a piazzale Clodio, aperto tutti i giorni.

Accordo di Rete (4 maggio 2022)

Protocollo operativo per la Messa alla Prova

Elenco Enti convenzionati

Accordo di collaborazione con la Regione Lazio

Convenzione per lo svolgimento dei tirocini curriculari

Presentazione della domanda per il programma di trattamento della Messa alla Prova
Richiesta di colloquio con l'Assistente sociale dell'Ufficio per l'Esecuzione Penale Esterna